Food marketing e il caso delle cozze tarantine: ottime, ma non si vendono

food marketing

Per le cozze tarantine, il food marketing è a zero. Mentre quelle sarde sono diventate un brand internazionale, quelle tarantine sono ferme al palo: infatti sono le migliori, ma non si trovano in nessuna parte d’Italia.

Inutile che ci giriamo intorno: il food marketing per le cozze è inesistente.

Risultato: è sempre più difficile acquistarle (in Italia e nel mondo) perché semplicemente NON ESISTE un brand che le posizioni sul mercato e manca una vera strategia commerciale in grado di farle percepire davvero come le migliori.

Infatti, seppure anticamente apprezzate da Giuseppe Ungaretti e Guido Piovene e considerate le più sicure d’Italia, proprio non si vendono, non si trovano sui mercati nazionali ed esteri (tranne rare eccezioni).

Dovrebbero diventare patrimonio dell’umanità per le salienti proprietà che le rendono particolarmente gustose, piene e profumate, ma, se provi a cercarle nei supermercati d’Italia, non si trovano.

Piuttosto si trovano le cozze di Oristano (Sardegna).

Mi riferisco alle Nieddittas. Qui se ne producono 14mila tonnellate di cozze l’anno.

Ed è merito della Cooperativa Pescatori Arborea, nata nel 1965 grazie all’intuizione di nove pescatori che, oggi come allora, porta gloriosamente avanti meravigliosa arte della mitilicoltura.

Le Nieddittas giungono nei porti liguri e toscani dopo 24 ore dalla raccolta, mentre a Milano arrivano dopo circa 36 ore, o al massimo 48, mai oltre.

Le cozze di Taranto vengono prodotte ancora in ridotte quantità e spesso e volentieri non superano i confini regionali.

Ti sei chiesto come mai?

Sono sicuro che qualche tarantino sta pensando che è colpa dell’Ilva e che l’industria ha preso definitivamente il posto dell’agricoltura.

Si certo, in parte il problema è anche quello, visto che, la Grande Industria non solo ha inquinato un territorio meraviglioso, ma anche spezzato le gambe a qualsiasi velleità imprenditoriale, attraendo a sé una grande fetta della popolazione con il miraggio del posto fisso.

So anche che stai pensando che è colpa delle Istituzioni che in 50 anni hanno fatto poco e niente per tutelare il settore.

La verità è un’altra: a Taranto, 50 anni di Grande Industria ci ha lasciato credere che dovessimo tutti andare a lavorare nell’Ilva o nel suo indotto, visto che la paga è sicura e il lavoro è stabile.

Ciò ha impedito che i mitilicoltori si trasformassero in veri imprenditori.

In 50 anni, le cozze di Taranto si vendono esattamente come nel secolo scorso: sulle bancarelle.

E quando qualcuno ha provato a volare alto, usufruendo di finanziamenti e creando cooperative o provando ad investire nelle logiche promozionali, si è tradotto tutto in una serie di azioni scoordinate e improvvisate.

Come non ricordare infatti l’iniziativa di Mitilus Tarenti, una valorosa azione di promozione delle cozze tarantine naufragata nelle contraddizioni di una città in cui dilaga la logica dell’improvvisazione, per cui si aprono stabilimenti come se fossero ostriche, salvo poi accontentarsi dei quattro spiccioli guadagnati col sudore della fronte.

Food Marketing, questo sconosciuto

Il problema è proprio questo: il food marketing a Taranto non esiste. E non esiste in particolare per il mercato dei mitili.

I nostri mitilicoltori si perdono in logiche d’ispirazione politica o sindacale.

Continuano a perdersi in argomenti che non c’entrano nulla con il marketing.

Al limite, qualcuno parla di promozione.

Ma non basta dire che le cozze tarantine sono buone per farne un brand. Così come non basta un articolo sui giornali, qualche intervista in TV o qualche collaborazione con organizzazioni di vario genere.

Il marketing è una cosa seria e va al di là di tutte le stupidaggini legate ai Social, alla “digitalizzazione”, a qualche attività mediatica che dura il tempo di qualche giorno o di qualche condivisione su Facebook.

Il marketing parte dalla costruzione del Brand, dalla differenziazione e dalla focalizzazione.

Ed è proprio quello che hanno fatto i ragazzi delle cozze Nieddittas diversi anni fa, puntando su:

  • una corretta etichettatura e confezionamento,
  • un’informazione adeguata riguardo bontà e genuinità,
  • la creazione di una strategia e poi di un brand affermato,
  • la creazione di un’operatività a livelli di comunicazione e marketing.

Il risultato è che le cozze Nieddittas sono approdate dal 29 novembre al 19 dicembre scorso in Tv su La7 e La7d con due spot istituzionali.

Il concept della campagna è stato “Noi siamo il mare” attraverso cui hanno comunicato in modo semplice e diretto la qualità del gusto Nieddittas e il sapore del mare sardo che rende uniche le cozze.

Il messaggio è stato declinato in due spot Tv che hanno raccontato i segreti di un ragazzo che si domanda come mai i suoi amici apprezzino tanto la sua cucina. Quegli stessi amici gli riveleranno che delle sue ricette apprezzano soprattutto il profumo del mare e delle cozze Nieddittas.

Il secondo spot ha per protagonista le cozze Nieddittas in cucina che diventano l’ingrediente principale di tutto il menù. La realizzazione dei piatti è stata affidata ad un valoroso chef.

E’ stata prevista anche la sponsorizzazione su Giallo Zafferano.

La campagna non si è fermata qui e ha previsto anche azioni dedicate al servizio “Nieddittas a domicilio” che garantisce la consegna a Milano, Roma e in Sardegna del pesce fresco come appena pescato nel Golfo di Oristano, oltre ai classici prodotti dell’azienda come cozze, vongole e ostriche.

Quale marketing per le cozze tarantine?

Attenzione, per marketing non intendo il “marketting”, cioè la logica “markettara” di tante agenzie pubblicitarie votate a fare promozione su “feisbuk” o su istagra’.

Per marketing intendo mettere su un PIANO STRATEGICO in grado di portare le cozze di Taranto sui mercati internazionali.

Sto parlando di mettere su un sistema per il quale prima si studia (davvero) il mercato, poi lo si analizza secondo opportune matrici e infine si lavora sul Brand e sul piano operativo!

Ti faccio un esempio: Il messaggio associato al brand Nieddittas recita “Tutte le cozze sono nere ma solo le migliori sono Nieddittas”. Come puoi notare, sta dicendo che le loro cozze sono le n.1. Ed è un dato di fatto, se consideri che il loro food marketing è attivo da anni e il loro brand è ormai entrato nella testa di ogni italiano.

Quindi, se i mitilicoltori tarantini volessero sfidarli, avrebbero 2 scelte:

  1. accettare la dominanza sul mercato e posizionandosi come i n.2, rimanendo nella stessa categoria delle cozze nere;
  2. aggredire il loro dominio con un posizionamento differenziante.

Subito dopo, prima ancora di creare un sito, stampare cataloghi, volantini, fare fiere all’estero o, più semplicemente, prima di aprire la classica pagina Facebook/Instagram, dovrebbero mettere in campo tutte quelle azioni che in breve tempo li porterebbero a:

  1. diventare un’autorità nel tuo settore,
  2. trasformare il prodotto “made in Taranto” in un’eccellenza riconoscibile,
  3. sviluppare pubbliche relazioni per costruire il brand unico e fortemente focalizzato.

Se invece si ostinassero a promuovere semplicemente il prodotto, Nieddittas continuerebbe a godere di posizione dominante. E le cozze tarantine se le continuerebbero a mangiare solo quelli del posto.

Questa è la base da cui i mitilicoltori tarantini dovrebbero partire per costruire la propria strategia di crescita.

Tutto il resto, non posso spiegarti qui in due parole tutto quello che devi fare.
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E che per essere imprenditori di successo, non serve fare pubblicità, ma fare BUSINESS STRATEGY.

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